Storia degli yōkai

Età classica: le origini del mito

Le prime vestigia sugli yōkai risalgono all'VIII secolo, e le troviamo nel Kojiki ("Memorie degli Avvenimenti Antichi") e nel Nihonshoki ("Annali del Giappone"). Questi testi rappresentano le prime testimonianze della mitologia giapponese e narrano della creazione del Giappone. Fu durante il periodo Heian (794-1185) che i miti e le leggende raccontati in questi libri iniziarono a diffondersi in tutto il paese.

Durante questo periodo, nacquero anche le figure degli onmyōji, maestri delle arti mistiche, della divinazione e dell'occultismo. Gli onmyōji erano incaricati di evocare, controllare e tenere sotto controllo gli spiriti e gli yōkai mediante una serie di rituali e formule magiche. Questi specialisti giocavano un ruolo fondamentale nella società giapponese, affrontando le forze soprannaturali e mantenendo l'equilibrio tra il mondo umano e quello spirituale.

Onmyōji dell'epoca Heian
Raffigurazione di alcuni onmyōji del periodo Heian.
Immagine: Wikimedia

Età premoderna: il periodo Edo

Durante il periodo Edo (1603-1868) il Giappone conobbe un periodo di relativa pace e prosperità. Questo contesto di stabilità politica e sociale favorì una fervente esplosione di creatività artistica e culturale, che segnò un'epoca senza precedenti nell'arte, nella letteratura e nel teatro giapponese.

In questo periodo di rinascita artistica, emersero forme d'arte iconiche che sarebbero diventate parte integrante della cultura giapponese. Tra queste, spiccano il dramma kabuki, con le sue rappresentazioni teatrali dinamiche e stravaganti, il teatro delle marionette, con i suoi intricati spettacoli animati, e le stampe su legno, che consentirono una diffusione più ampia dell'arte visiva e della narrazione. La narrazione yōkai si intrecciò con queste forme d'arte emergenti, diventando un elemento distintivo e affascinante del folklore giapponese nella narrativa.

Le leggende sugli yōkai ispirarono numerosi artisti nella creazione di opere d'arte iconiche, tra cui i famosi emakimono, rotoli illustrati orizzontali giapponesi.
Il più celebre è Toriyama Sekien (1712-1788), maestro nell'arte dell'ukiyo-e (stampa artistica giapponese impressa su carta con matrici di legno). A Sekien è attribuito il merito di aver dato forma a tutti quegli esseri le cui fattezze fisiche erano state tramandate solo oralmente. É ancora oggi il principale punto di riferimento iconografico sugli yōkai.

Triptych: Demonic Revelry
Trittico raffigurante diversi demoni e yōkai.
Immagine: Harvard Art Museums

Età moderna: dal periodo Meiji ad oggi

La popolarità degli yōkai attraversò un periodo di declino dall'inizio dell'epoca Meiji (1868-1912) fino al periodo della seconda guerra mondiale, riflettendo i cambiamenti sociali e culturali in corso in Giappone.
Durante questa fase di modernizzazione accelerata e occidentalizzazione del paese, le tradizioni folkloristiche, comprese le leggende sugli yōkai, persero gradualmente terreno di fronte all'adozione di valori e idee occidentali.

Tuttavia, dopo la fine del conflitto, il tema degli yōkai tornò in voga grazie alla creatività dei mangaka, i disegnatori del fumetto giapponese, che si ispirarono ampiamente al ricco panorama folkloristico del Giappone.
Uno dei più illustri tra questi autori è Shigeru Mizuki (1922-2015), famoso per l'opera "GeGeGe no Kitarō", conosciuto in Italia come "Kitaro dei cimiteri". Attraverso le sue opere, Mizuki rese gli yōkai accessibili a un vasto pubblico, trasformandoli in personaggi amati e iconici della cultura popolare giapponese.

Le opere degli yōkai non sono rimaste confinate al mondo del manga, ma hanno conquistato anche altri medium, tra cui anime, opere cinematografiche, videogame e serie televisive. Questi media hanno contribuito a diffondere ulteriormente il fascino degli yōkai, rendendoli parte integrante della cultura di massa giapponese e contribuendo alla loro perpetuazione nel tempo. In questo modo, gli yōkai sono diventati un tema ricorrente e amato da diverse generazioni, continuando a esercitare un'influenza significativa sulla produzione culturale contemporanea del Giappone.

Il mangaka Shigeru Mizuki
Il mangaka Shigeru Mizuki con Kitaro, il suo personaggio più famoso.
Foto: The New York Times

Cosa rappresentano oggi gli yōkai?

L'ancora attuale richiamo degli yōkai potrebbe trovare spiegazione nel loro ruolo intrinseco di simboli dell'ignoto e del mistero nel mondo.

Queste creature sovrannaturali incarnano tutto ciò che è spaventoso e sconosciuto, servendo da guida attraverso il labirinto delle nostre paure e incertezze.
Come fossero specchi distorti della nostra psiche, gli yōkai ci costringono a confrontarci con le nostre più profonde ansie e insicurezze, offrendoci allo stesso tempo una dose di terrore, stupore e meraviglia che alimenta il nostro desiderio di esplorare i confini dell'ignoto.

In questo intricato gioco tra il reale e l'immaginario, gli yōkai continuano a esercitare un fascino irresistibile, traghettandoci attraverso le tenebre del mistero e aprendo le porte verso mondi ancora inesplorati.